Wednesday, November 22, 2006

Piroette

Corro e rincorro, inspiro ed espiro. Scintille e fuochi al bordo del cammino. Setacci e filtri, ma spremo e verso fuori dal bordo, tutto di me. Senza residui o a pugni chiusi, premo i piedi o li sollevo da terra, quando perdo l’equilibrio; quando mi lascio andare all’indietro sul letto, con le braccia sollevate.
E si fa buio senza che me ne accorga, o aspetto l’alba alzato, quando la luce è argento, quando la città sbadiglia e spegne la sveglia. Io lì, con le mani sugli occhi, e i vetri delle mie finestre appannati. E conto le sigarette che mi sono rimaste.
E il cursore nero delle pagine word che scivola veloce, da sinistra a destra, perdendo le briciole di Pollicino, che difendo dai passerotti in agguato. Le mie parole, che sfilo da me come lacci per le scarpe, come cinture di tela colorate.
Vi svelo però un segreto: io non scrivo su un blog per ricevere onori e applausi. E quando capita che qualcuno mi faccia un complimento, io arrossisco. Spesso scrivo cose per qualcuno in particolare, e spendo riferimenti nascosti per qualcun altro. Posto per il bisogno, per l’urgenza di doverlo fare per me stesso. Ma voi, occhi attenti, avrete me, sempre. Ed è speciale quando le mie parole tirano le vostre, poi impresse in polaroid che mi lasciate scivolare sotto la porta. La vostra vita a me aliena, perché lontana. La vostra voce che mi immagino e basta. I vostri amori e le vostre nostalgie che mi commuovono e, solo molto raramente, mi ammutoliscono. In un canone di dita che ticchettano, che riempiono i vuoti delle nostre strade, sempre troppo zitte, sempre troppo assorte nei propri affari. Una magia di solitudini imperfette. In una quadriglia di pugni leggeri, che bussano agli stipiti delle nostre porte.
E vi lascio alla vostra vita, da raccontarmi, mentre raddrizzo le curve a gomito della mia. Occhi attenti sempre. Uomini quarantenni, io vi spio, dalla mia tenera età che brandisco come alibi, per il mio tempo che perdo volentieri, per questa piroette che mi sono concesso.
Abbiate pazienza.

8 comments:

CornflakesBoy said...

Secondo me questo post va sotto la categoria "troieggiamenti". Solo che non capisco con chi dei visitatori stai facendo questo siparietto amoroso. Comunque voi che leggete il suo blog, sappiate che secondo me LinguaLunga ne vuole.

Alec said...

Sister, ma che dici? Lo sai che io ne voglio sempre! E tu che sorella sei. Mi venderesti al primo accattone come una schiava yemenita. I miei visitatori sono personcine a modo, e ho la possibilità di credere che sia così anche se non dovesse essere vero! Io piroetto perchè sono snello! Le peripatetiche stanno sedute, o fanno i tortini. Ti dice niente questo? Tzsè!

Anonymous said...

Io peripatetico! IO! IOOOOO!
Però vado a correre e faccio pesi. Ma solo per mangiare più tortini. CHE POI MANGIA ANCHE LA PIROETTANTE SCRIBACCHINA! Quindi, ricapitolando, nel ciclo della vita se non ci fossi io...

Alec said...

Phil ti giuro, per una volta non parlavo di te... ma di sisterMatte! Comunque peripatetica tu lo sei, per un'altra vagonata di buonissimi motivi! E te lo dico perchè lo so che ci tieni.

Casa_Libera said...

io sono ingenua... mente convinto che tu scriva questo blog perchè adori arrossire e ricevere onori e applausi da noi quarantenni alieni, che ti sbrodoliamo le nostre nostalgie. E credo che chiunque di noi ti scriva o scriva sul proprio blog lo faccia per una disperata o pacata voglia di avere un ulteriore contatto con il mondo (la necessità di scrivere per tè stesso potrebbe essere soddisfatta dal vecchio caro diario cartaceo). Sai qual è il problema? Che scrivi bene, trametti il tuo pensiero, le tue emozioni... (che fai, arrossisci?)
Del resto a 15 anni si hanno questi slanci, questo impeto di vivere e condividere (per me la tenera età si ferma a 15 anni).
quindi menatela di meno e continua a scrivere, a scrivere, a scrivere...

Anonymous said...

Ops, perdonate l'egocentrismo del precedente post. E' che uscendo con Alec mi sto ammalando dei suoi stessi morbi. Riguardo al citrullo (con tutto il rispetto)...nell'etimo del verbo 'pubblicare' l'ardua sentenza. In fondo siamo tutte battone da strada in attesa di un fascio di luce che esalti il nostro sorriso.

Casa_Libera said...

ben detto, phil .. a noi lampioni il compito di illuminare il vostro sorriso

Alec said...

Phil, smettila di includere anche me nella tua definizione di che cosa è battona o no! Mi dai della meretrice a ogni piè sospinto, e non mi importa che sia solo una metafora, perfino di dubbia qualità! Dopo di che... sorrisi di che? Meglio che i sorrisi rimagano ben serrati tra le labbra, phil! Molto meglio!
Ma concordo con C-trullauz sull'inutilità di una scrittura autoreferenziale, che si giustifichi da sola! Se scrivere significa comunicare, avremo pur bisgono di qualcuno che legge; E ho sempre pensato infatti che, chi tiene un diario segreto, faccia di tutto perchè qualcuno lo scopra e lo legga. Trovo sia una fantasia entusiasmante!