Monday, December 18, 2006

Magari

Perché esce dalla pancia. Come la voglia di stringere nel palmo una qualunque maniglia, e tenerla ferma, perché nessuno entri. La sera qualcuno raccoglie i passi che portano fino a casa mia, e io allora tengo le finestre aperte, imparassimo mai a volare. Cosa rimane? Cosa ascolti quando poggi l'orecchio al muro? Non ti senti mai come se qualcuno infilasse la mano nella sabbia asciutta e afferrasse qualcosa di tuo, che magari ti è dentro?
E chi dice che i pazzi che parlano fra loro non siano meglio dei talkshow in tv?
Perché questo paese lo abbandoneremo tutti prima o poi, e lasceremo le case vuote e i rubinetti aperti. Cupole sommerse nei loro stessi cilici di pregiudizio. E noi? Beh nuoteremo, my little prince… in qualche altrove che ci consoli; che forse saremo in grado di inventare oltre le nostre stesse aspettative. Dove andremo al cinema, e magari mi terrai la mano.
E tu allungherai i caffè, e io fumerò svelto le mie paglie fino al filtro. E attorno avremo altri squot che si allacciano le allstar bucate, e i nostri tappeti lisi saranno il mondo che avremo conquistato. E il sabato ci abbracceremo in un qualunque mercato delle pulci. Tu cercherai qualche vecchio film in cassetta, e io magari un vinile che non suonerò mai.
E le coperte saranno sempre troppo corte per tenere i piedi al caldo, ma sarà pur sempre un nuovo mondo, con le orme dei nostri percorsi ben tracciate. Nessuno ce le ruberà. E le porte non avranno maniglie, e tutto quello che avremo ci sembrerà anche troppo.

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