Sarà che ho sempre avuto una pelle color caramello.
Sarà anche che per farmi strada nel mondo, piuttosto che sgomitare, ho sempre preferito sculettare.
Sarà inoltre perché dico sempre che, se mi dovessero ricrescere mai i capelli, vorrei un bulbo gonfio cotonato e crespo, che balli con me a ogni passo tirato innanzi.
Ma ancor più probabile che sia perché quando voglio dare enfasi alle mie opinioni, brandisco il dito sotto il naso del mio interlocutore, con un accento alle spalle che non ve lo sto manco a spiegare!
Il mio frasario è folkloristico, e i colori che indosso non sono mai abbinati, ma piuttosto la scena di un imprevisto galattico. La pura distrazione di una modellista sotto crack.
Sarà che adoro il double dutch; che da piccolo saltellavo tra le due corde inventando filastrocche. Sarà che impazzisco per il pollo fritto; che ascolto ancora le Salt ‘n Peppa, che mi muovo in una dancefloor solo se è l’R&B a convincermi.
Sarà che se mi arrabbio, sbraito. Che difendo gli affetti in maniera piuttosto fisica. Sarà anche che il mio quartiere è multirazziale, e meravigliosi frugoletti color morositas giocano davanti al mio portone.
Sarà che cantavo nel coro della chiesa, e mi rimproveravano perché variavo troppo le melodie. Sarà che se oggi canto, lancio qualunque estensione in vibrato, che io affettuosamente chiamo: “Vaibbrado”.
Sarà che un’arroganza sottile pervade le mie pose plastiche, che la mia mano è sempre poggiata sul fianco. Sarà perché sono sguaiato, e da troppo tempo in cerca di un lavoro.
Sarà che sono circondato da una factory di talenti underground. E che considero la mia vera famiglia quella composta da scapestrati esempi dell’umanità raccolti un po’ ovunque.
Sarà per questo che per tutti sono da sempre:
(bè bè bè bè bè) la ragazza del ghetto!
Wednesday, May 30, 2007
Thursday, May 24, 2007
Perfidia e ingenuità
Bene: vi racconto questa storiella.
Come avrete capito dal precedente post, ieri era il compleanno di Luca. Io, che sono eccessivo a giorni alterni, non mi accontento di preparare una cenetta e basta. In questo periodo sta lavorando molto, e sapevo bene che non avrebbe mai avuto tempo di organizzare una festicciola. Così ci ho pensato io… ma ragazzi se gliel’ho fatta sudare!
Uscito dall’ufficio alle otto è arrivato a casa mia per cena. Entrato in casa era tutto sudato e si è precipitato sotto la doccia. Dopo di che mi ha raggiunto a tavola. Ha trovato sotto il naso un’insalata confezionata e una scatoletta di tonno in scatola (ancora in scatola intendo!). Mi ha guardato con occhi di rimprovero, e io subito a giustificarmi: “Amore, fa caldo, siamo ciccioni, dai… ci fa bene”. Pensate che l’ho quasi convinto.
Dopo cena mi sono accorto che aveva un musetto lungo, e gli ho chiesto cosa avesse.
“Non mi hai preso neppure una tortina…”. Ho finto di essere mortificato. E gli ho risposto:
“Dai che ci sono i polaretti in freezer… ne vuoi uno?”
Credevo di ridergli in faccia, di tradirmi. Lui mi ha guardato sufficientemente schifato e si è limitato a fare no con la testa. Io ho finto di non dargli peso!
Sapevo che da lì a poco la casa si sarebbe riempita di amici, e lui era ancora in mutande. Non sapevo cosa inventarmi per convincerlo a rivestirsi. Non volevo dare nell’occhio. Ho cercato di proporgli una buona ragione tirando in ballo la digestione, che con la pancia scoperta magari ti fa male amore. Lui, piuttosto secco mi fa: “ ah sì certo, per un’insalata stai a vedere che muoio”. In fondo come biasimarlo, poverino!
All’ora prestabilita ricevo una telefonata. Il mio gancio. Gli amici erano sotto casa, e aspettavano che io aprissi portone e porta di casa. Lui sempre in mutande sdraiato sul divano, badate bene!
Mi alzo, rispondo.
“Scusa non ti sento ho la tivvù alta aspetta che mi sposto”… e intanto quatto quatto vado ad aprire agli amici.
Torno di là, gli do un bacino e gli lascio un cuscino proprio di fronte alle vergogne. Lui non intuisce nulla, mi restituisce il bacino, un po’ tirato a dirla tutta, e si stringe al cuscino.
Tre due uno… e otto persone entrano nel mio soggiorno cantando tanti auguri a te, soffocati dalle risate nell’averlo trovato così… un tripudio di ciccia vergognosa! Tossivano ridevano e scattavano foto. Lui immobile, senza fiato!
Io che mi godevo la scena pensando che si buttasse dalla finestra. Invece… la mia popetta tenerissima (solo quando vuole)… si è messo a piangere, tutto emozionato.
Ho preso la torta… una sberla di torta diciamocelo! E quando l’ha vista si dev’essere sentito ridicolo nell’aver pensato che io, che uno come me, che questa meraviglia qua che vi scrive, si potesse dimenticare la torta nel giorno del compleanno! Quante cose ha ancora da imparare il ragazzo! Tzsè!
Ha scartato i regali, probabilmente attendendo il mio momento! Io, che se non vedo il sangue non mi fermo, ho annunciato al popolo: “ Beh sappiate che il mio regalo ve lo siete appena mangiato”. Lui non ha mosso un ciglio! Che goduria!
Rimasti soli, dopo una bella serata caldissima, fra i clacson dei tifosi del milan sui viali di Bologna che raggiungevano le nostre risate da soggiorno, mi preparavo a infliggere l’ultima stoccata!
Ho tirato da sotto il letto un pacchetto. Una busta di un negozio in centro che vende abbigliamento. Lo conosciamo bene questo negozio, perché spesso ci facciamo un salto! Lui subito mi fa:
“Ah sì la maglietta bianca, con le scritte rosse!. Povero sciocco!
Apre la busta e trova i classici giornali. Scava e scova un pacchettino. Qualunque gay del mondo avrebbe saputo cosa lo attendeva e cosa fare. Il mio gay no! Il mio è proprio uno che è meglio se va a zappare! Scarta il pacchettino e si ritrova in mano un astuccio blu e argento. Lo guarda. Interdetto.
(credo che abbia pensato: chissà se si mangia!)
Lo apre rovesciato a testa in giù. (e che cazzo, ma vuoi imbroccarne una che è una almeno? Macchè).
Scivola sul letto un anello. Lo conosceva, lo avevamo visto una volta in centro. Lui sgrana occhi e bocca, e non dice nulla. Lo prende fra indice e pollice. E mi guarda. A quel punto poteva accadere di tutto.
Gli si sono bagnati gli occhi e mi ha abbracciato.
Lo ha indossato e si è ammirato la mano.
“E’davvero bello… ma tanto bello… grazie, non so cosa dire”, mi ha detto. Nella sua testa credo che si affollassero molte cose, ma una in capo a tutte. Credo si chiedesse se se lo fosse meritato.
Ecco, che ci pensasse vah, che male non fa!
Stamattina prima che fuggisse al lavoro, ho aperto un occhietto. L’ho tanato mentre si guardava la mano e sorrideva.
E quel sorriso vale più di tutto il resto!
Come avrete capito dal precedente post, ieri era il compleanno di Luca. Io, che sono eccessivo a giorni alterni, non mi accontento di preparare una cenetta e basta. In questo periodo sta lavorando molto, e sapevo bene che non avrebbe mai avuto tempo di organizzare una festicciola. Così ci ho pensato io… ma ragazzi se gliel’ho fatta sudare!
Uscito dall’ufficio alle otto è arrivato a casa mia per cena. Entrato in casa era tutto sudato e si è precipitato sotto la doccia. Dopo di che mi ha raggiunto a tavola. Ha trovato sotto il naso un’insalata confezionata e una scatoletta di tonno in scatola (ancora in scatola intendo!). Mi ha guardato con occhi di rimprovero, e io subito a giustificarmi: “Amore, fa caldo, siamo ciccioni, dai… ci fa bene”. Pensate che l’ho quasi convinto.
Dopo cena mi sono accorto che aveva un musetto lungo, e gli ho chiesto cosa avesse.
“Non mi hai preso neppure una tortina…”. Ho finto di essere mortificato. E gli ho risposto:
“Dai che ci sono i polaretti in freezer… ne vuoi uno?”
Credevo di ridergli in faccia, di tradirmi. Lui mi ha guardato sufficientemente schifato e si è limitato a fare no con la testa. Io ho finto di non dargli peso!
Sapevo che da lì a poco la casa si sarebbe riempita di amici, e lui era ancora in mutande. Non sapevo cosa inventarmi per convincerlo a rivestirsi. Non volevo dare nell’occhio. Ho cercato di proporgli una buona ragione tirando in ballo la digestione, che con la pancia scoperta magari ti fa male amore. Lui, piuttosto secco mi fa: “ ah sì certo, per un’insalata stai a vedere che muoio”. In fondo come biasimarlo, poverino!
All’ora prestabilita ricevo una telefonata. Il mio gancio. Gli amici erano sotto casa, e aspettavano che io aprissi portone e porta di casa. Lui sempre in mutande sdraiato sul divano, badate bene!
Mi alzo, rispondo.
“Scusa non ti sento ho la tivvù alta aspetta che mi sposto”… e intanto quatto quatto vado ad aprire agli amici.
Torno di là, gli do un bacino e gli lascio un cuscino proprio di fronte alle vergogne. Lui non intuisce nulla, mi restituisce il bacino, un po’ tirato a dirla tutta, e si stringe al cuscino.
Tre due uno… e otto persone entrano nel mio soggiorno cantando tanti auguri a te, soffocati dalle risate nell’averlo trovato così… un tripudio di ciccia vergognosa! Tossivano ridevano e scattavano foto. Lui immobile, senza fiato!
Io che mi godevo la scena pensando che si buttasse dalla finestra. Invece… la mia popetta tenerissima (solo quando vuole)… si è messo a piangere, tutto emozionato.
Ho preso la torta… una sberla di torta diciamocelo! E quando l’ha vista si dev’essere sentito ridicolo nell’aver pensato che io, che uno come me, che questa meraviglia qua che vi scrive, si potesse dimenticare la torta nel giorno del compleanno! Quante cose ha ancora da imparare il ragazzo! Tzsè!
Ha scartato i regali, probabilmente attendendo il mio momento! Io, che se non vedo il sangue non mi fermo, ho annunciato al popolo: “ Beh sappiate che il mio regalo ve lo siete appena mangiato”. Lui non ha mosso un ciglio! Che goduria!
Rimasti soli, dopo una bella serata caldissima, fra i clacson dei tifosi del milan sui viali di Bologna che raggiungevano le nostre risate da soggiorno, mi preparavo a infliggere l’ultima stoccata!
Ho tirato da sotto il letto un pacchetto. Una busta di un negozio in centro che vende abbigliamento. Lo conosciamo bene questo negozio, perché spesso ci facciamo un salto! Lui subito mi fa:
“Ah sì la maglietta bianca, con le scritte rosse!. Povero sciocco!
Apre la busta e trova i classici giornali. Scava e scova un pacchettino. Qualunque gay del mondo avrebbe saputo cosa lo attendeva e cosa fare. Il mio gay no! Il mio è proprio uno che è meglio se va a zappare! Scarta il pacchettino e si ritrova in mano un astuccio blu e argento. Lo guarda. Interdetto.
(credo che abbia pensato: chissà se si mangia!)
Lo apre rovesciato a testa in giù. (e che cazzo, ma vuoi imbroccarne una che è una almeno? Macchè).
Scivola sul letto un anello. Lo conosceva, lo avevamo visto una volta in centro. Lui sgrana occhi e bocca, e non dice nulla. Lo prende fra indice e pollice. E mi guarda. A quel punto poteva accadere di tutto.
Gli si sono bagnati gli occhi e mi ha abbracciato.
Lo ha indossato e si è ammirato la mano.
“E’davvero bello… ma tanto bello… grazie, non so cosa dire”, mi ha detto. Nella sua testa credo che si affollassero molte cose, ma una in capo a tutte. Credo si chiedesse se se lo fosse meritato.
Ecco, che ci pensasse vah, che male non fa!
Stamattina prima che fuggisse al lavoro, ho aperto un occhietto. L’ho tanato mentre si guardava la mano e sorrideva.
E quel sorriso vale più di tutto il resto!
Tuesday, May 22, 2007
Friday, May 18, 2007
Imma fan club
Eh, lo so. Posso vantare di avere lettori molto snob, culturalmente vivaci, e politicamente impegnati. Piuttosto che guardare i reality, loro si sparano intere serate di Rai Nettuno, o sproloqui di Gabriele la Porta! Mentre io no! Io sono molto più in basso. Io strizzo l’occhietto anche a tutto quel ciarpame televisivo che mamma tv passa. E mi diverto! Mi piacerebbe dire che mi sento rappresentato da tutto quel chiasso, dalle sterili polemiche, da querelle montate su ad arte! E, visto che mi piacerebbe, lo dico! Sono un figlio del reality, e spero che la vita mi porti il successo grazie a un televoto!
Le telecamere forzano gli animi; costringono i concorrenti a falsare la propria persona in nome del pubblico plauso! Quasi nessun gesto, nessuna parola sputata fuori, ha del naturale e dello spontaneo! Non è forse così la vita di tutti i giorni? Ecco, per cui: guardo la tivvù per fare palestra di vita, insomma!
Però lei… Lei, è del tutto autentica! Imma di Ninni, ventotto primavere, Altamura, Puglia. Tirata su a pane, immagino! Imma ha appena concluso felicemente la sua cavalcata verso la vittoria in un reality di canale 5: “Un due tre… stalla!”, portandosi a casa la bellezza di trecentomilaeuriiii! Oh, come se vi vedessi storcere il naso, e dire: Babbabia che schifezza, mon dieu! Invece io insisto: un magro compenso per un’artista del tubo catodico! Lei, e solo lei, strabuzza gli occhi in primissimo piano, pur sapendo di non avere nemmeno la minima idea di quel che sia la simmetria di uno sguardo. Lei, e solo lei, quasi nega di aver fatto ricorso alla chirurgia estetica, sperando di essere credibile, nonostante un naso a trampolino di lancio e due tittazze da sei kg ca. (almeno). Lei e solo lei si lancia in sperimentazioni linguistiche, urlate, non si sa mai che i più distratti non si accorgano delle consecutio temporum estratte a sorte! MA, nonostante tutto quello che le possono aver detto, di decisamente offensivo e inappropriato, lei e solo lei ha continuato a grondare savoir faire. Immaginatevi l’abitudine che ci avrà fatto!
I genitori si sono saputi contenere meno. Presenti in studio, difendevano le ingiurie contro la figlia, minacciando gli opinionisti di percosse e sgozzamenti, il tutto in un perfetto pugliese…e credetemi: erano del tutto convincenti!
I suoi masterpeace rimangono l’imitazione del polipo, e la recita di Basic Instint. Delicatissime entrambe, per nulla ambigue! La sua parola chiave è: “PULTROPPO”.
Come si fa a non amarla, dico io?
Le telecamere forzano gli animi; costringono i concorrenti a falsare la propria persona in nome del pubblico plauso! Quasi nessun gesto, nessuna parola sputata fuori, ha del naturale e dello spontaneo! Non è forse così la vita di tutti i giorni? Ecco, per cui: guardo la tivvù per fare palestra di vita, insomma!
Però lei… Lei, è del tutto autentica! Imma di Ninni, ventotto primavere, Altamura, Puglia. Tirata su a pane, immagino! Imma ha appena concluso felicemente la sua cavalcata verso la vittoria in un reality di canale 5: “Un due tre… stalla!”, portandosi a casa la bellezza di trecentomilaeuriiii! Oh, come se vi vedessi storcere il naso, e dire: Babbabia che schifezza, mon dieu! Invece io insisto: un magro compenso per un’artista del tubo catodico! Lei, e solo lei, strabuzza gli occhi in primissimo piano, pur sapendo di non avere nemmeno la minima idea di quel che sia la simmetria di uno sguardo. Lei, e solo lei, quasi nega di aver fatto ricorso alla chirurgia estetica, sperando di essere credibile, nonostante un naso a trampolino di lancio e due tittazze da sei kg ca. (almeno). Lei e solo lei si lancia in sperimentazioni linguistiche, urlate, non si sa mai che i più distratti non si accorgano delle consecutio temporum estratte a sorte! MA, nonostante tutto quello che le possono aver detto, di decisamente offensivo e inappropriato, lei e solo lei ha continuato a grondare savoir faire. Immaginatevi l’abitudine che ci avrà fatto!
I genitori si sono saputi contenere meno. Presenti in studio, difendevano le ingiurie contro la figlia, minacciando gli opinionisti di percosse e sgozzamenti, il tutto in un perfetto pugliese…e credetemi: erano del tutto convincenti!
I suoi masterpeace rimangono l’imitazione del polipo, e la recita di Basic Instint. Delicatissime entrambe, per nulla ambigue! La sua parola chiave è: “PULTROPPO”.
Come si fa a non amarla, dico io?
Monday, May 14, 2007
Senza parole, amore.
Coprimi la testa con la sabbia sotto il sole, quando pensi che sian troppe le parole. Dimmi se c'è ancora sulle labbra il mio sapore, quando pensi che sian troppe le paure.
Parlami d'amore se quando nasce un fiore mi troverai senza parole, amore.
Parlami d'amore se quando muore un fiore ti troverai senza respiro, amore.
Crolla il tuo castello tra la rabbia sabbia e sole, quando pensi che sian dolci le parole.
Dici che c'è ancora sulle labbra il mio sapore, quando pensi che sian lame le paure.
Parlami d'amore se quando nasce un fiore mi troverai senza parole, amore.
Parlami d'amore se quando muore un fiore ti troverai senza respiro, amore.
Tu dimmi quante alternative vuoi, se quando parlo non mi ascolti mai, amore.
Fra tutte, quale alternativa sei, amore, senza più parole, senza più paure.
Paperottolo al mare, ingordo come sempre, canticchiava tutto ciò. Il mio amichetto Giulianuccio mi ha regalato una nuova ossessione. Signori, è ufficiale, i Negramaro sono tornati. E questo basta per dire: non vedevo l'ora!
Wednesday, May 09, 2007
Paperottolo's tales.
Confesso. Il paperottolo in questione sarei io. Alla fine mi piace. Perché un po’ mi somiglia, e Paperottolo mi ci sento. È un nomignolo. Non troppo intimo, visto che anche le cassiere del supermarket sotto casa sanno che mi chiamo così. Sfido io… se "lui" lo urla da banco freezer mentre io sono in gastronomia! Oggi sono più Paperottolo del solito. Domani parto per un fine settimana nell’isola che non c’è. La mater compie gli anni, e non sarà un giorno allegro. Per cui mi sento un Paperottolo kamikaze, però visto che la genitrice ha espresso tale desiderio… Paperottolo ha il cuore grande, e va!
Certo… Paperottolo è anche furbetto. E sa bene che con molta probabilità, potrà permettersi un paio di giorni in spiaggia, sotto il sole, a bere mojito e mangiare papaia. Per cui Paperottolo avrà anche il cuore grande, ma non è del tutto idiota!
Inoltre Paperottolo negli ultimi due giorni ha giocato a fare Paperottolo pecorella. Si è sfamato di verdura cruda e anche un filo appassita (il sacrificio lo si deve portare fino in fondo!). In quanto, Paperottolo, se vuole fare Paperottolo che va in spiaggia, sa bene che deve mettersi il costumino. E, siccome Paperottolo è a forma di pera… Paperottolo doveva soffrire!
Ora paperottolo è riuscito a infilarsi nei vecchi panni da mare…. Ungendo la pancina con lo strutto. Ma questo è un segreto di Paperottolo che voi non direte a nessuno.
E Paperottolo stasera saluta Polpetta. Paperottolo sa che Polpetta, quando rimane sola, balla più dei famosi topi senza il gatto. Così Paperottolo stasera dovrà giocare a fare: Paperottolo mafioso. Paperottolo non vuole intimidire Polpetta; piuttosto vuole essere previdente.
E ora Paperottolo vi saluta. Si fa un bagnetto e torna. Lunedì, col volo delle sei del mattino. Cosa che non rende troppo allegro Paperottolo. Però Paperottolo non poteva fare altrimenti, quindi Paperottolo si adegua.
E al suo ritorno Paperottolo sarà nero nero dal sole, sperando che tutti lo scambino
per quella gran cessa carampana di Calimero.
Ps: notate la mia borsa del MOMA…. Non potevo non postarla, così, distrattamente.
Pps: Sì, quelle sopracciglia sono disegnate. Luca sa essere dolce a volte, vero?
Buon weekend a voi, paperottoli.
Monday, May 07, 2007
Oh Boy.
Londra. Il cantante Boy George (nella foto) è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di aver rapito e violentato un modello gay, il norvegese Auden Carlsen, 28 anni. Il modello ha raccontato di aver seguito il cantante a casa dopo che Boy George lo aveva pagato 400 sterline per fargli delle foto. A mezzanotte, dopo averlo fotografato in mutande in pose sexy, George lo avrebbe spinto contro un muro, incatenato con l’aiuto di un complice e poi gli avrebbe detto: «Ora avrai quello che ti meriti». Carlsen ha aggiunto che la popstar gli avrebbe mostrato una valigia piena di oggetti sadomaso. Alle 5 del mattino, quando Boy George è uscito di casa per andare al negozio all’angolo, il ragazzo è riuscito a liberarsi, strappando il gancio che lo manteneva incatenato al muro. Mezzo nudo ed impaurito, ha chiamato la polizia.
Ora, lasciate che faccia giusto giusto un paio di considerazioni. Innanzitutto avrei dato un falange della mia mano destra per vedere la faccia di Boy- dominatrix. Poi mi chiedo chi mai sia il famigerato complice, macellaro, che aiuta Boy a legare il baldo maschio come una salama da sugo….. spererei che fosse Antony. In fondo, dopo la collaborazione con Bjork non oso pensare come sia tornato alla sua vita (voglio dire…. My juvenile?)….. come si dice a Bologna: anche lui lì non dev’essere tanto a casa!
E poi…. Come sarà iniziato questo declino di mistress Gorge? Vuoi vedere che anche lui ha cominciato a deragliare, mandando mails a case distributrici di DVD, perché non riteneva accurato il lavoro di confezionamento?
E comunque, vedete cosa succede a noi ragazze bruttine, troppo truccate, con qualche problema di peso? Che poi, quando incontriamo quelli belli….. beh…. ci viene il sangue alla testa e diventiamo delle furie!
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